
Dentista per Bambini a Roma
Dott.ssa Annelyse Garret-Bernardin
Dentista pediatrico esclusivo



Pazienti Special Needs
Nel corso della mia pratica professionale mi sono da sempre dedicata alla cura dei pazienti special needs, cioè di quei pazienti con esigenze particolari e individuali legate al proprio stato di salute. Si tratta in generale di pazienti affetti da patologie croniche o di lunga durata, ovvero pazienti con disabilità intellettive, neuromuscolari e/o sensoriali, a volte associate a patologie cardiovascolari, respiratorie o metaboliche. Tali patologie sono spesso classificate come “patologie rare” (classificazione Orphanet).
A titolo esemplificativo in questa categoria rientrano ad esempio pazienti oncologici, epilettici, affetti da fibrosi cistica, cardiopatici, trapiantati, ma anche pazienti con anomalie cromosomiche (sindrome di Down), schisi labiali o palatali, disturbi dello spettro autistico, deficit di attenzione/iperattività, altri disturbi intellettivi, acustici e/o visivi.
Tra gli special needs vanno annoverati anche quei pazienti che, pur non presentando le caratteristiche di cui sopra, sono affetti da patologie rare legate esclusivamente al cavo orale, come l’amelogenesi imperfetta o la sindrome MIH (ipomineralizzazione di molari ed incisivi), che richiedono un approccio ed una gestione completamente differenziati rispetto ai protocolli standard.
Normalmente, purtroppo, tutti i pazienti special needs ricevono meno cure e di minor qualità rispetto agli altri pazienti, quando invece richiederebbero attenzioni ancora più particolari e protocolli specifici. Questo perché ancora oggi le conoscenze medico-scientifiche di questo tipo di patologie non sono sufficientemente diffuse tra gli odontoiatri e quindi può risultare difficile per i pazienti che ne sono affetti trovare un dentista a loro dedicato.
L’approccio a questi pazienti richiede una grande apertura di spirito ed un’intensa collaborazione interdisciplinare tra il pedodontista e gli altri medici curanti del paziente, al fine di stabilire opportune sinergie volte ad inquadrare lo stato di salute e definire l’approccio ed il trattamento maggiormente idonei per la risoluzione della problematica odontoiatrica, ma coerenti con le altre patologie del paziente.
Le mie esperienze più significative nella cura di questi pazienti le ho maturate presso il Reparto di Onco-ematologia dell’Ospedale Civile di Strasburgo e presso il Centro di riferimento per le manifestazioni oro-dentali delle malattie rare della Clinica Odontoiatrica dell´Università di Strasburgo.
Nel primo caso mi occupavo settimanalmente dei pazienti ricoverati presso il reparto in questione, spesso lungodegenti, con l’obiettivo principale di migliorare la loro qualità di vita ripristinando una corretta funzionalità del cavo orale che permettesse loro quantomeno di alimentarsi correttamente. Lì ho sperimentato dal vivo quanto sia fondamentale per la riuscita delle cure su questi pazienti da un lato il giusto approccio psicologico, dall’altro una stretta collaborazione interdisciplinare con tutta l’equipe medica che li seguiva, al fine di applicare un protocollo odontoiatrico personalizzato ed adattato al loro complesso quadro clinico.
Nella seconda esperienza ho seguito, tra gli altri, un gruppo di 80 pazienti affetti da Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, il che mi ha permesso di entrare in profondo contatto con la realtà molto particolare di questi pazienti e capire bene quali sono i loro bisogni. Ho inoltre seguito decine di pazienti affetti da anomalie di struttura, sia concentrate solo su alcuni denti (ad esempio MIH), sia su tutta la dentatura (amelogenesi imperfetta). L’approccio a questi ultimi pazienti è complicato a causa del dolore che sentono quotidianamente su questi denti e dal fattore di inestetismo più o meno variabile, che può rappresentare un peso molto importante sulla loro vita sociale.
Ho seguito, e tuttora seguo, anche numerosi pazienti affetti da disturbi dello spettro autistico. Nel corso degli anni sono stati fatti passi da gigante nella presa in carico e nell’efficacia delle cure su questi pazienti e posso dire con grande soddisfazione che oggi riusciamo ad ottenere risultati impensabili solo quindici anni fa, grazie soprattutto ai più recenti contributi, tra l’altro, della neuropsichiatria, della logopedia e della fisioterapia.